La grotta del Genovese a Levanzo, così chiamata dal nome
della contrada dove si trova nella costa nord-occidentale dell'isola, venne
casualmente scoperta nel 1949.
La sua visita è un’esperienza particolarmente suggestiva in
quanto al suo interno sono stati rinvenuti graffiti del Paleolitico (10000 anni
fa) e pitture del Neolitico (6000/7000 anni fa).
Le incisioni sono di rara bellezza, anche se molto
essenziali, ma sicuramente il tratto evoca quel richiamo alla magia con cui gli
uomini primitivi erano soliti propiziare buone battute di caccia.
Una delle più interessanti incisioni è quella raffigurante un
cervo che gira in maniera molto plastica la testa. Splendido è anche il graffito
dei tre uomini raffigurati nell’atto di danzare in funzione rituale.
Risalgono al Neolitico le pitture colorate di nero e una
figura umana danzante in rosso. Di questo secondo ciclo di opere artistiche,
l’attenzione viene attirata dalla figura di un tonno, che ci suggerisce come già
in epoca primitiva questo animale abbia avuto grande rilevanza.
Troviamo anche una figura femminile e la rappresentazione di
animali domestici (un cane).
I ritrovamenti della grotta del Genovese rappresentano
primitivi messaggi umani, dove religione e cultura muovono insieme i primi passi
legati da un legame indissolubile.
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