
Era l'anno 1402 quando un sordomuto, intento al suo
quotidiano lavoro, rinvenne in una grotta nei pressi dell'attuale cimitero di
Favignana un'immagine del Santissimo Crocifisso raffigurata nel tufo. L’umile
contadino per l’emozione provata riacquistò l'uso della favella e corse in paese
ad annunciare il miracoloso rinvenimento.
Nel 1820 la venerazione dell'immagine sacra era ancora così
profondamente sentita dalla popolazione da decidere di darne una più adeguata
collocazione nel luogo di culto. Il crocifisso che si trovava nella parete
sinistra della grotta è stato spostato in posizione più centrale, nella parete
di fronte all'ingresso. Fu necessaria l'opera di alcuni tagliapietra per
estrarre in blocco dalla primitiva parete l'immagine e portarla in fondo alla
grotta.
La gente accorreva per pregare davanti al Santissimo
Crocifisso e, tale era l'intensità del suo sentire, che non si faceva scrupolo
di raschiare la pietra per ricavarne polvere alla quale attribuiva potere
miracoloso. Questa consuetudine rischiava di deturpare l'immagine e per evitare
ciò è stato costruito un crocifisso di latta sovrapponendolo a protezione di
quello originario.

In epoca quasi immediatamente successiva l’orefice Guglielmo
Marceca di Trapani fece costruire una croce in legno in cui ammirare, ricopiata,
l'identica figura dell'originale.
La croce del Marceca è ancora quella che ogni anno viene
portata in processione per le vie del paese nel giorno della celebrazione (14
settembre) della festa del Santissimo Crocifisso.
Nel 1866 il sacerdote Matteo Gandolfo, nell'intento forse di
ravvivare i colori della croce rinvenuta nella grotta, diede incarico al
professor Pietro Croce di ritoccare gli elementi deteriorati. Questi, anzicché
operare un vero e proprio ritocco, fece applicare sull'immagine uno strato di
cemento affrescandovi poi il crocifisso riprodotto nella croce di legno del
Marceca. Fece, cioè, una copia della copia tratta dall'originale.
Nel 1890, infine, l'arciprete Giuseppe De Vita, accorgendosi
che la pittura del professor Croce si era deteriorata a causa dell'umidità, ne
affidò il restauro a certo
Ciòfalo (pittore di stanze). Questi ricoperse con un
nuovo strato di cemento l'opera del professor Croce e dipinse un nuovo
crocifisso facendo così scomparire la vera effige dell'originale ritrovato.
Si riconosce ora come vero originale il Crocifisso della
Croce di legno dipinto dal Marceca.
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