LA  CHIESA  DI  MARETTIMO

  

La graziosa chiesetta di Marettimo, fatto curioso, rimonta al 1870 epoca in cui gli italiani rompendo e devastando la Breccia di Porta Pia entravano per sempre in Roma Eterna !

La chiesa di Marettimo ha origine da un magazzino di proprietà di certo Nicolò Carriglio.

I primi cappellani preposti ad officiare la Santa Messa, in detto magazzino, ignari della nostra storia e perché ericini, indirizzarono la nuova chiesa, anziché a Maria SS. delle Grazie, già Patrona della distrutta chiesetta di Punta Troia, a Maria SS. di Custonaci.

Nel 1881 trovandosi nell'isola custode della fede cristiana il frate Padre Antonino Mulè da Burgio (Girgenti), questo illustre benefattore ideò di trasformare quel magazzino, già di proprietà del patrio Governo, a vera e propria Chiesa Cristiana.

Diede principio ai lavori con le questue da lui personalmente raccolte fra quei laboriosi pescatori, conducendo a fine, e battezzando egli stesso, l'edificio – attualmente il più importante dell'isola – il 7 dicembre 1887.

Questo illustre apostolo, simbolo perfetto di sincera cristianità e di umana carità, il 25 ottobre 1900 soddisfatto dell'opera da lui compiuta chiudeva per sempre gli occhi per accorrere nel Regno dei Beati.

Muor giovane colui che a Dio è caro

(Menandro)

  

La nobilissima caritatevole missione del compianto Padre Mulè fu degnamente proseguita dal Reverendo Sac. Cappellano Don Mario Zinnanti che audace e forte nell’ascesa « come colui che non s’arresta e va ! » seppe sempre lodevolmente mantenere
la Parrocchia di Marettimo all'altezza del Suo invidiato legittimo prestigio !

Il 25 giugno 1927 Padre Zinnanti, rimpianto da tutti i marettimari esalava a Dio l'ultimo Suo respiro lasciando al Sac. Michele Scaduto l'incarico di proseguire la Sua ammiratissima missione e di benedire sempre i suoi cari fedeli.

  

Per la fede gli fu sacro il dovere

Gloria la morte !

  

Nell'Isola non esistono altre chiese.

Per interessamento dei Sacerdoti Mario Zinnanti, Michele Scaduto e Giuseppe Scaduto, assistiti sempre dalla munificenza di moltissimi generosi oblatori, dal 1900 ad oggi nell'Isola si son semplicemente edificate quattro Cappelle dedicate al Santo Padre, a San Giuseppe, all'Adolorata, e a Maria SS. di Trapani.

Nell'inverno, quando il buio pesto rendeva, una volta, più fitte e quasi palpabili le tenebre, nel silenzio dell'Isola dormiente, interrotto soltanto dal passo di qualche passante o dal mormorìo  della tramontana o del greco-levante il lumicino acceso alla Cappelletta del Santo Padre, veniva salutato con gioia dal pedone privo di luce...

E l'Ave Maria che gli saliva spontaneamente alle labbra veniva divisa per giusta metà tra l'immagine sacra e la fiammella tremolante.

La Cappelletta dedicata a Maria SS. di Trapani sita al «Rotolo» nel Giugno del 1922 per interessamento del Reverendo Vicario Curato Don Michele Scaduto, a sua volta assistito dalla munificenza della popolazione tutta e dal Comm. Vincenzo Caruso, fa così egregiamente restaurata da sembrare un vero tempio degno dei nuovi tempi e del nostro secolo.

Eloquente ricordo di una luce che non si spegnerà mai in questo estremo lembo della Patria in cammino, e che porterà nei secoli, fino alle lontane generazioni, quell'onda di mistica poesia che avvolge il sogno anelato e vissuto di questa nostra Romana Hiera!

  

Sostare è retrocedere.

La marcia continua, altre mète attendono il segno romano

della nostra conquista                                       Mussolini

  

  

  

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